FOLKLORE SARDO. MARIA CARTA – “SA DISISPERADA”

Ciao. Maria Carta “toccava” nel suo vasto repertorio sia interpetativo che “di composizione”, essendo stata ella stessa anche autrice di molte canzoni del suo repertorio. La sua lunga esperienza di ricerca musicale e filologica, unita a quella “sul campo”, confrontandosi con grandi musicisti, e cantando su palchi e in incisioni discografiche, ha dato a Maria Carta una profonda ricchezza artistica e di conoscenza sia storica che di tipologia della muisca e del canto sardo. Ha spazioto dal cosiddetto “canto a chitarra” al “canto in re”, dai “muttos de amore” a brani di un genere piu’ ricercato, con l’uso di antiche sonorità, prodotte da strumenti che vanno dall’organo (notevole la presenza dellorgano nella celebre interpretazine del “Deus Ti Salvet Maria, , ma soprattutto ella ha  avuto una lunga esperienza nel “canto gregoriano”) alle tradizionali e antichissime “launeddas” (flauti complessi che constano di tre canne suonate insieme dallo strumentista), non disdegnando di “dilettarsi” anche con canti “di attrazione”, alla portata di tutti, come “il ballo cantato”, e i “canti a trallallera” (sono i nostri “stornelli”).

Nelle interpretazioni “di livello”, si annoverano canti “di dolore”, che narrano storie tristi di vita, di amore e morte; e canti che oggi definremmo “di protesta” come la bellissima “su populu sardu a sos feudatarios”, una sorta di “lettera aperta” scritta ,a fine ‘700 da un magistrato e cavaliere, Francesco Ignazio Manno, sostenitore della “rivolta” contro i feudatari in Sardegna ai tempi della rivoluzione francese, un duro proclama – e’ lunghissimo..-  che aveva il fine di “mettere in gaurdia” i latifondisti, i “barones”, dalla rabbia della gente, con parole forti come:  ” procurade de modeare, barones sa tirannia, chi si no pro vida mia, torrades a pei in terra; delcarada es gia’ sa gherra contra de sa prepotenzia, e cominzat sa passenzia, in su populu a mancare..”- (“cercate di moderare, padroni la vostra tirannia, altrimenti giuro sulla mia vita, tornerete sul lastrico. Dichiarata e’ gia’ la guerra contro la prepotenza, e comincia la pazienza, nel popolo a mancare…”, ecc.), testo che venne musicato poi, diventando cosi’ un sentito inno di protesta, e cantato in tante versioni (tutte parziali…), ora con le melodie incalzanti del “ballo cantato” con voci maschili (quasi a dare l’idea dell” andate via…”), ora con melodia dolce, “is gosos” che di fatto stride con le parole dure di questo canto. Is *”gosos”-le gioie-, stile  di cui la Carta era grande cultrice,  sono canti con versi gioiosi  e  di lode al “santo di turno” di una festa. Ma talvolta, come per “procurade de moderare”  le parole canatate con questa melodia dolce dei “gosos o “coggius”, sono aspre e sprezzanti.

Ho scelto una tradizionale “disisperada”, ove ” disisperada” sottolinea  significativamente lo stile melanconico di questo genere di canto, che descrive “vicende tristi”. Un po’ come per il Fado portoghese, dove “fado” sta per “destino”, e quindi anche su questo genere,  la denominazioine compendia il carattere “serio”, “triste”, del tipo di canto. Come nel fado, ne “sa sisisperada” si descrivono sentimenti tristi, momenti struggenti e storie drammatiche, di  amore, di nostalgia, di morte, vicissitdini familiari, o drammi quali il distaco dalla famiglia e dalla  terra natia, come nel caso del brano che ho scelto.

Il testo di questa “disisperada, lo dice la stessa Maria nel video, e’ di un autore illustre, un grande uomo di cultura e teologo sardo, on Giovanni Maria Dettori (1773-1836), a cui Cagliari intesto’ il suo piu’ prestigioso liceo, dove studio’ anche Antonio Gramsi, il loceo G.M. Dettori.

MARIA CARTA – DISISPERADA

Ciao 🙂

Marghian

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SALVE. IO SONO MARGHIAN .SONO UNA PERSONA DI 68 ANNI, ABITO A TERRALBA, UN CENTRO DELLA PROVINCIA DI ORISTANO IN SARDEGNA. VIVO DA SOLO – SONO INFATTI SINGLE- ; CERTO, CI PENSO UN PO', OGNI TANTO, MA CIO' E' UMANO. SONO IMPIEGATO STATALE IN PENSIONE. MI OCCUPO DI MUSICA A LIVELLO AMATORIALE: OLTRE ALL’ASCOLTO DELLA MUSICA, PREVALENTEMENTE POP, FOLK E CLASSICA, MI DILETTO INFATTI NEL SUONARE LA TASTIERA E LA CHITARRA. GLI ALTRI MIEI INTERESSI SI RIASSUMONO IN QUELLI CITATI NELLA CASELLA APPOSITA DEL MIO BLOG. LA MIA VITA QUOTIDIANA POTREI DEFINIRLA DI UNO STILE STANDARD, IN QUANTO ESSA CONSISTE NELLA CLASSICA TRIADE: LAVORO, CASA, AMICIZIE. FRA GLI ALTRI INTERESSI ANNOVERO ANCHE L’USO DEL PERSONAL COMPUTER. PUR SE SONO AGLI INIZI E NON NE FACCIO UN LARGO USO, LO CONSIDERO UN VALIDO HOBBY NON CHE’ SOPRATTUTTO UN IMPORTANTISSIMO STRUMENTO DI INFORMAZIONE-COMUNICAZIONE. NON PRATICO NESSUNO SPORT IN SENSO STRETTO, MA MI CONSIDERO UNO SPORTIVO -GINNASTICA E NUOTO -. SONO LA CLASSICA PERSONA TRANQUILLA, INSOMMA. I MIEI INTERESSI SONO: MUSICA (LA SUONO, COME HOBBY, E LA ASCOLTO. MI PIACE), LA CULTURA, I TEMI DI ATTUALITA’, E OVVIAMENTE LE RELAZIONI SOCIALI E L’AMICIZIA. CIAO. Marghian
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7 Responses to FOLKLORE SARDO. MARIA CARTA – “SA DISISPERADA”

  1. Laura says:

    Ciao Marghian, era tanto brava, hai ragione, 🙂

    • MARGHIAN says:

      Ciao Laura. Era anche una donna di grande umanità, e poi l’ho sentita parlare, in interviste e anche in interventi in dibattiti televisivi (quelli che oggi chiamano “talk show”, anche da Maurizio Costanzo mi sembra) dove ha mostrato un pensiero alto, da pensatrice. Mi piace molto anche per questo. Una sua frase che mi ricordo disse, è questa: “soltanto chi è nato povero riesce a conservare una certa umilta’…”, e quest’altra, ad uno che le chiese come conciliasse la cultura e le ricerche con il canto: “guardi, è semplice, io penso con il mio cervello quando non faccio i canti sardi….”.
      Ti faccio sentire da lei il “ballo cantato”, si canta anche senza musica. Qui le parole non hanno molta importanza, infatti in questo ballo cantato (dove la “musica” è piu’ o meno sempre la stessa…) ci sono frasi ripetute, “s’ora chi no’ t’ido chi no’ t’ido…s’ora chi no t’ido, prenda amada…”-quando non ti vedo non ti vedo… quando non ti vedo tesoro amato..”, “comare ses bessende, ses bessida in custa notte manna”- amica, stai uscendo, sei uscita in questa notte grande di Natale”…” le suore di Ottana (paese….) stanno ridendo..…”. parole cosi’, mischiate, tanto per dare suono e rima . E divertente.

      Figge qui eh? 🙂
      Da ieri, anche da noi e’ nuvoloso, ventoso e piove a sprazzi, ma non fa freddo, ho ancora “speranza” per qualche nuotata. Intanto, vado a camminare, 6 km nnon me li leva nessuno (pioggia a parte, malaitta…- si capisce..)
      Ciao, buon pomeriggio.

    • MARGHIAN says:

      A te Laura, buon pomeriggio..sta arrivando un “de andre'”…. ciao 🙂

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