Ciao. Vi lascio questa sera qualche….pensierino sulla imminente primavera.
C’è infatti odore di primavera. Già la si respira, la si assapora. Come scriveva Leopardi,..”promavera d’intorno, brilla nell’aria, e per li campi esulta’, si’ ch’ a mirarla intenerisce il core..”. Ci siamo quasi, si sente.Si vede gia’ qualche fiore. Gia’, i fiori.
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Non si riescono a trovare le parole per descrivere la bellezza di un fiore, come scriveva Mamhoud Derwish sull fiore di mandorlo: “l’apparire di un’idea che spunta sulle dita e inutilmente scriviamo….denso come un verso di poesia che non può essere scritto con parole..”.
Se è così difficile comprendere e descrivere la bellezza di un piccolo fiore, fragile come ali di farfalla, figurarsi quanto difficile sia descrivere la grandezza dell’universo. E’ vero che qualche poeta ha detto che tutto l’universo è contenuto in un piccolo fiore. Ma noi siamo troppo piccoli per percepire l’universo, e troppo “grossi” per entrare in sintonia con un fiore. L’uomo è da sempre dibattuto (e confuso), con le sue dimensioni che stanno a metà fra l’atomo e la stella, fra l’universo e un fiore. Non riesce ad afferrare perciò ne’ l’uno, ne’ l’altro. Eppure potrebbe, guardandosi nel cuore. L’universo è anche lì, proprio lì, dentro al suo cuore. Ma non riesce. Non riesce, troppo attento come è a guardare e a sentire le cose che stanno fuori da se’. Troppo rumorose, per un fiore. Che si fa accarezzare, e capire, dalla dolcezza del cuore.
Ho accennato alla famosa musica folk inglese del ‘500 “Green sleaves”
“Green Sleeves” è un titolo abbastanza curioso per una musica di carattere primaverile: “maniche verdi”. Io titolato il video “Foglie verdi” (“Green leaves”), vi spiego. Leggenda vuole che questa musica sia stata composta da Enrico Ottavo d’Inghilterra (proprio ui, il fondatore della religione Anglicana), per la sua consorte Anna Bolena. La donna si dice che avesse un difetto fisico, un braccio un po’ piu’ lungo dell’altro. Ed ecco che il Re avrebbe fatto confezionare per lei una camicia verde con le maniche piu’ lunghe del normale per “nascondere il difetto” e avrebbe composto per lei questa musica, chiamandola “green sleeves”, “maniche verdi” ispirandosi scherzosamente a quel fatto della camicia. Ma pare che la musica non sia stata composta da Enrico Ottavo, e che sia anche piu’ antica. Le è stato dato poi un titolo dall’assonanza simile, simile ma decisamente piu’ poetico di Green sleeves, “maniche verdi”: “Greeen Leaves”, “foglie..verdi”. Ciao 🙂
Marghian
Che bello, bravo Marghian, buonanotte, 🙂
Ciao Laura. La considerazione “poetica” è un commento. Ho pensato “con questo, una mia musichetta e l’immagine ne viene un post…”‘ Spesso mi vengono così le idee. Molti.miei post (anche su facebook) nascono da commenti. Ovviamente ci aggiungo qualcosa, come qui la storiella su questa musichetta. È aria di primavera davvero, almeno qui da me. In altre zone d’Italia non so. Darò una occhiata al meteo 🙂
Ciao Laura, buona giornata.
Buona domenica e saluti.
Renza
Ciao Renza. A te, buon pomeriggio e buona serata della domenica, ciao 🙂