INTERVALLO
(ma vi lascio qualcosa)
Ciao. Non so quanto durera’ questo intervallo. Forse solo alcune ore, forse diversi giorni. Non so, ci penso un po’. VI terro’ compagnia, come potro’, con i commenti, fino a che riprendero’ con i post. Intanto vi lascio qualche immagine di strutture nuragiche. Poi vi spiego perche’ proprio queste.
I Nuraghi sono le enormi torri in pietra che gli antichi sardi costruirono gia’ da quasi quattromila anni fa (3800 anni fa, 1800 anni prima di Cristo , secondo le datazioni ufficiali degli archeologi). Strutture megalitiche evolutesi nel tempo, dai primi tentativi, fino ad assumere l’aspetto, circa 3000 anni fa, forse piu’ o molto di piu’, di questa ricostruzione che ho trovato in web.
Cosi’ doveva apparire, infatti, il Nuraghe di Barumini, paese del centro sud della Sardegna ove si trova. “Quasi un castello medievale, con la torre centrale che superava i venti metri. Una vera Tour Eiffel, per l’epoca. E’ un nuraghe complesso a base “rettangolare”, con sette torri esterne, raccordate da muro di rinfascio.
Barumini, come appare oggi se lo venite a vedere.
Questo e’ il Nuraghe di Santu’Antine a Torralba, Sasasri -da non confondere con Terralba, Oristano, il mio paese. Anche da me c’e’ una storiella su ste cose, vi raccontero’ magari.
Veduta aerea. Strepitoso, vero? La torre centrale svetta oggi per 25 metri. Allora, e per “allora” intendo tremila anni almeno, allora superava i trenta metri. Nuraghe a pianta triangolare. Esistono anche nuraghi costituiti da una sola torre, in verita’ i piu’ numerosi. Fra “semplici” e complessi, i nuraghi trovati e “catalogati”dagli archeologi sono piu’ di settemila. Ma si stima che “allora”, in origine, i nuraghi fossero almeno ventimila. Forse allora, “eravamo” piu’ di mezzo milione di abitanti. Un particolare importante e’ che i nuraghi, o molti di essi, erano circondati da villaggi, fatti di decine di capanne abitative. Il Nuraghe era diciamo…non si sa! (una fortezza? Una specie di reggia? Un tempio? Una specie di “municipio” dal quale si governava il villaggio o i villaggi attorno? Una torre di guardia- quelli piccoli, ad ona sola torre- ? Tutto o niente di questo, non sappiamo…)
Perche’ ho scelto i nuraghi? Ora vi spoego. Quando nel 2006, appena preso un pc, stavo imparando ad usare Word, scrissi queste due pagine di un romanzo-romanzo, oh bella..- . La mia intenzione- rimasta tale- era quella di sviluppare un racconto ambientato proprio nella Sardegna Nuragica- senza mai nominarla ma “lasciandolo ad intendere” , in cui si sarebbero svolte – se avessi continuato a scrivere….- le vicende che avrei narrato. Come sapete i racconti “Fantasy” non hanno epoca. In questi racconti e film L’ambientazione ed i costumi sono sempre di tipo “antico-medievale”, ma non ci sono epoce storiche precise. Ecco che la Sardegna antica- quella di molto prima dell’avvento di Romani e Fenici per intenderci- “faceva al caso mio”, cosi’ mi sembrava. Infatti, strano ma vero, il popolo degli antichi sardi e’ uno dei piu’ misteriosi al mondo. Conosciamo molto ma molto meglio l’Egitto antico, i Greci o gli Etruschi. Ecco che sugli antichi sardi, sul loro mondo, si puo’ anche un po’ fantasticare.
ALLA RICERCA DI IKAN
-il titolo-
L’alba si alzava sulla radura a ridosso della foresta ove sorgeva il villaggio che già manifestava i primi segni del suo risveglio. I primi raggi del sole si facevano strada nella densa nebbia che avvolgeva le campagne come una coltre che la natura, con affetto materno, aveva ammantato ogni cosa come proteggerne il sonno.
Nel villaggio molti uomini e donne già si preparavano per affrontare il nuovo giorno: alcuni mettevano a punto le armi e tutto ciò che serviva loro per la caccia. Altri erano intenti agli arnesi ed agli animali per il loro lavoro nei campi. Alcune donne porgevano bisacce ed altre cose ai loro consorti ai loro figli; altre si accingevano a seguirli nel loro lavoro. Negli spazi fra le capanne in pietra sormontate da coniche tettoie realizzate con assi di legno ricoperte di pelli, o con lastre di pietra grigia , si svolgeva lo scenario di questa vita austera e semplice. Uomini e animali che si avviavano verso i sentieri della campagna circostante, mentre dai tetti delle capanne usciva ancora il fumo prodotto da ciò che rimaneva dei fuochi che gli abitanti accendevano per riscaldarsi durante le notti invernali . Un inverno che ormai stava finendo, con il sole della primavera che ne avrebbe mitigato il clima che rimaneva comunque rigido nell’altipiano, almeno per i primi due mesi dell’anno che per questa gente iniziava proprio in quella stagione.
Il villaggio in gran parte ancora dormiva, sebbene brulicasse già di una vita che questa gente semplice ed operosa manifestava. Oltre la radura c’era la foresta ricca di alberi secolari e di piante novelle, in cui trovavano posto la soffice erba ed i fiori. Il Lago, alimentato da due fiumi che scendevano dal versante della collina su cui il bosco si sviluppava coprendo parte della radura su cui il villaggio sorgeva, stava di fronte alla foresta, e così il piccolo villaggio godeva di due ambienti diversi e complementari; l’acqua e le piante, che per quella comunità erano fonte di aiuto e di sostentamento. La caccia e la pesca, insieme alle altre attività cui gli abitanti, uomini e donne erano dediti, avevano caratterizzato da sempre quello che era il loro modo di vivere. Questo era comune a tanti altri villaggi e gruppi di villaggi di quel mondo, e di quella epoca.
DHAREN
-Il personaggio –
Dharen si era appena svegliato. Giaceva sul suo letto di legno di quercia col giaciglio di corde intrecciate ricoperte di pelli e si guardava attorno; i suoi occhi assonnati esploravano l’ambiente. L’interno della capanna era angusto e semplice. Il letto era situato a ridosso della parete circolare in pietra basaltica. Di fronte a sé c’era la porta di ingresso di quella modesta abitazione, anch’essa in robusto legno di quercia. Volse lo sguardo verso il tetto della capanna che consisteva in una copertura di pietre piatte anch’esse di basalto, ma di un colore più chiaro. Al centro del tetto, sulla sommità, una pietra più grande delle altre era spostata e dall’apertura filtrava il sole che illuminava debolmente l’ambiente. Un circolo di pietre sapientemente sistemate al centro del pavimento in terra battuta della capanna conteneva la poca brace che ancora vi ardeva. La pietra amovibile sulla cima del tetto sarebbe stata poi sistemata in modo da chiudere l’apertura, che aveva la funzione di fare uscire il fumo di quel focolare e che di giorno, quando il tempo lo permetteva, fungeva da lucernaio. Delle aperture rettangolari sulla parete muraria circolare della costruzione, situate a distanza regolare l’una dall’altra con degli sportelli di legno, garantivano l’aerazione e l’illuminazione diurna della capanna.
Dharen si girò di lato, e vide gli altri letti accostati alle pareti su cui giacevano la sorella Tamar e la madre Maghem che ancora dormivano. Vide il letto vuoto lasciato da suo padre Aden che era da poco uscito per la pesca., e che la sera prima gli disse di rimanere al villaggio. Dharen si ricordò che aveva il compito di accompagnare sua madre e Tamar al villaggio vicino per acquistare viveri ed altre cose dai mercanti che ivi operavano. Era infatti il villaggio più grande e costituiva il perno centrale di quel gruppo di nuclei abitativi.
Dharen era un giovane bello, dai capelli biondi ed ondulati, lo sguardo vivo e intelligente. Non era molto alto, ma il suo corpo era slanciato e armonioso. Dimostrava di avere circa venticinque anni. Lavorava col padre come pescatore, ma non disdegnava le battute di caccia. Amava cimentarsi con la spada e praticava il tiro con l’arco, uno sport in cui eccelleva fra i giovani dei villaggi. Aveva uno spirito di avventura ed un carattere esuberante e irrequieto; nonostante ciò amava la tranquillità della vita familiare e la semplicità della gente del villaggio.
IL CAPO DEL GRANDE VILLAGGIO
Sei sveglio Dharen?-, disse sua madre con la voce rotta dal sonno. –Si, madre – rispose lui”.
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E qui raga’… mi fermai, “spacciau”-finito-. 🙂 Continuero’? No, non credo. Umberto Eco puo’ stare tranquillo, non avra’ rivali 🙂
Ah, ma di che cosa avrebbe parlato il “romanzo”- virgolette e virgoloni 🙂 se avessi avuto la voglia – e l’ardinre soprattutto- di continuare a scriverlo? Gia’. Innaizotutto, Il nome del protagonista, “Dharen”, era “Marghian”!!! Si’, “Marghian”. Ma la mania di protagonismo non c’entra niente. *Semplicemente mi sembrava un nome che ci stesse * bene in un racconto Fantasy. Pensate ad esempio, “Le cornache di Narrnian”, “Conan” e altri. Avrei immaginato una scena, alla fine, in cui il personaggio incontra una ragazza, “La regina di Ikan”, che le avrebber ivelato “una grande verita'”. Avrei descirtto scene del genere. Una scena simile c’e ne ‘La storia infinita”, mi sembra. Ma manca un piccolo particolare: se lo avessi scritto.
“Ikan” sarebbe stato un luogo sotterraneo-apparentemente- ma in realta’. “su una dimensione altra”. La “reginetta” che le avrebbe detto, alla fine, qualcosa del genere: “Vedi , anche io vivevo nel vostro mondo, un tempo lontano in una terra accanto alla tua. Ora, dopo un cammino evolutivo, mi trovo anche io in Ikan, ove ora io vivo, e governo quelle energie che…..” eccetera eccetera.
Ah, non sarebbeo mancati nemmeno gli extraterrestri, ma un po’ diversi, non proprio “extraterrestri” ma esseri extradimensionali, quasi degli spiriti o entita’ “semispirituali”. Dovete sapre, ma senz’altro lo sapete, che ci sono studiosi del fenomeno Ufo che pensano ceh tutti gli extraterrestri non sarebbero tali nel modo tradizionale. E’ la teoria detta “parafisica”, ossia che gli alieni non verrebbero da altri pianeti abitati, ma da mondi situati in altri piani di esistenza, che per noi sarebbero come un vero e proprio “mondo astratto”. Gli esseri avrebbero la capacita’ di pasare dal loro mondo al nostro, e scoparire di nuovo, “trasfigurando la loro materia”. Avrei scritto anche di questo. eIn Sardegna poi c’e’ anche la credenza de “sos omines azuios”, “gli uomini azzurri”, che proverrebbero -dicono alcuni – da Sirio, o meglio da una zona corrispondente a Sirio ma posta, e torniamo li’, su un altro piano dimensionale.. Oops, io *non ci credo, lo metto in chiaro. Ma nel “romanzo”-virgolette, virgoloni sempre..- sarebbe andato benissimo parlarne.
Avrei menzinato anche Atlantide, il protagonista che avrebbe avuto delle rivelazioni da capitribu’ e stregone, Gunnar ( nome preso da quello di mia cognata, Gonaria, che pare derivi dall’antico Gunnar, che era ed e’, nella versioe moderna, “Gonario”, anche ancoe nome maschile). Gunnar, che sarebbe poi “il capo del grande villaggio”, vedete il titolo del paragrafo neppure incominciato, che officia i riti dentro un grande nuraghe, avrebbe riveoato poi a Marghian- *cambiato poi in*Dharen…-, le origini atlantidee del popolo sardo, e di tanti altri popoli che si erano evoluti con cui i sardi erano stati od erano in relazione. .
E cosi’ via, niente di originale, l’avventura, la magia, viaggi in regni fantastici, eccetera, tipico dei racconti fantasy.
Okay, per adesso vi lascio questo, vi auguro buon weekend, a presto ciao 🙂
Marghian
Barumini bellissimo lo visitai.
Quest’estate tornerò nella splendida Sardegna. Non vedo l’ora.
Ciao Enri. Buttai queste righe cosi’, imparando a scrivere su Word..- reimparando a scrivere, cioe’ non con la penna…- . Davvero, della Sardegna antica si sa pochissimo, adatto percio’ ad un racconto Fantasy piu’ che “storico”. . Conservo ancora il file su una cartella che ancora si chiama “files di prova”. Ho pensato qualche giorno fa di postarlo con “copia-incolla”, cosi’. Ah,il titolo, Aalla ricerca di Ikan, e’ praticamente il solito filone della ricerca di qualcosa di magico e potente (IKAN) che da sapienza, potere, eccetera. Una specie di Graal, insomma, o “regno segreto”, o luogo magticoo sotterraneo, o “pietra filosofale”, scrivendolo avrei deciso poi. Ah, volutamente non avrei messo parole “sardizzanti”-infatti Dharen, Maghem, Tamar non hanno nulla di sardo, apposta. , il “lettore” avrebbe capito, “ma questa e’ l’epoca nuragica!”. Gia’ la descrizione che ho fatto della capanna e’ la tipica capanna dei villaggi attorno ai nuraghi.Quacosina la so, ho lavorato in un sito nuragico per nove anni. il Nuraghe Losa in Abbasanta, il terzo dopo Barumini e Santu Antine, quelli che ho postato Ciao 🙂
Marghian
Marghian un abbraccio e buonanotte, grazie per esserci sempre, buon weekend, 🙂
Eh, la’, “sempre” si’, ma come vedi, ho messo questo intervallo- con tanto di musichetta, che comincia proprio con “intervallo” 🙂
Davvero, e’ un periodo che – sono tranquillissimo ma.. – non riesco a combinare niente, davvero. Adesso poi con l’esate.. Spero di poter ritornare a tempi migliori, come quando scrivevo di la’, nell’altro blog. Ciao 🙂
Stai tranquillo Marghian, quando hai tempo scrivi, l’importante e’ leggerti qua e la’, 🙂
Grazie Laura. Non e’ quesetione di “tranquillita”, quanto la solita questione che mi vene davvero in salita dedicare anche solo una mezz’oretta a fare post. I commenti “di qua e di la'”. appunto, e’ altra cosa. Poi ancora- ci torno, e’ anche per curare la socialita’ “reale”, cosi’ come si puo’. La socialita’ virtuale e’ bella, ma non deve essere la sola. Ma -a parte questo, certo l’estate prende piu’ tempo in tal senso..-, davvero trovo difficile dedicarmi ai blog in maniera…”metodica”, diciamo. Ma non solo. Vedi, a me piace suonare- e’ risaputo 🙂 -, ma mi credi se ti scrivo che suono..dieci minuti alla settimana? Davvero. E cosi’ siamo. Ecco perche’ veete, ogni tanto, “intervallo”. Ciao La’, buona serata 🙂
Marghian
Certo che hai proprio bisogno di andare in pensione, vedrai quante cose farai, mio marito non sta mai fermo, 😀 un abbraccio grande a te, 🙂
L’inizio è avvincente e sicuramente un giorno lo porterai a termine: hai una vasta cultura 🙂
Eh, dai, Silvia! 🙂 Mi monto la testa eh? Scherzo, ma sei troppo buona dai! 🙂 Infarinatura, cosi’. Avevo iniziato il racconto, ma poi fermandomi dopo due pagine, mentre miesercitavo su Word. A parte la piccola discquisizione sui niraghi, scritta ieri, per l’inizio del racconto ho fatto “copia incolla”,
Ah, Silvia, non vi ho scritto questo. Il nome del protagonista, “Dharen”, era “Marghian”! No, nessuna “mania di protagonismo”, semplicemente mi sembrava che suonasse bene in un racconto Fantasy. Pensa ad esempio, “Le cornache di Nasrnian”, “Conan” e qualcun altro “Marghian” mi sembrava adatto. Adesso ce lo metto. Ciao Silvia, buona domenica 🙂
Marghian
Eh, portarlo a termine non credo. Quando saro’ in pensione, forse, chissà 🙂
Buona domenica a te Livio.
Ciao Lucetta, di nuovo buona “dies dominica” 🙂
Beh l’inizio è avvincente, mi auguro trovi tempo per terminarlo 🙂 un a rileggerci spero presto Buona domenica e buon tutto amico Marghian
Mirna, ciao 🙂 Il tempo di terminarlo. Una parola..in pensione, magari.. Buttai queste due pagine in due sere, cosi’ per imparare “Word”. Ma credimi- credetemi, non pensavo ad una qualsivoglia “carriera letteraria”. Cosi’, tanto per. Ah, da ragazzino alle elementari, quinta, riempii un quaderno di brevi racconti, certo sgrammaticati allora. Mi venne in mente, allora, anche una specie di “opera omnia”, quella di prendere l’Odissea e modificarla- che idee raga’…-, modificarla in un beve romanzo di fantascienza. Ecco come pensai di lavorare: anziche’ ‘ “isola dei ciclopi”, “isola questo, “isola” l’altro, pianeti:”il pianeta dei giganti…”, “il pianeta delle donne guerriere”, “il pianeta di..”..e la nave una astro..nave”. Scrissi mezza pagina, ricordo le prime parole: “quando la guerra fra spaziali e terrestri-anziche’ Troiani e e Greci!- , che era durata dieci lunghi anni, si era conclusa con la vittoria di questi, l’astronave di Ulixes nel far ritorno si perse nelle profondità’…”. Ma ero in quinta elementare, dai! Ridiamoci sopra… 🙂 Ciao MI.
Marghian
Beh vedo che l’astronomia di interessava già in tenera età 😉
Certo Mirna. Non avendo altro allora ( 4a e 5 elementare) prendevo il dizionario della lingua italiana e a voci come ” galassia”, “pianeta”, ” sistema solare “, “Marte”, prendevo appunti e ripassavo poi tutto. Ma già’ leggevo Superman, allora Nembo Kid ( ah, significa “ragazzo nuvola”, nome dato a Superman dalla “Mondadori” per il suo volare). Si’, Superman c’ entra, perché nel fumetto leggevo” raggi galattici”, “pianeta Krypton”, “meteorite”, ” altra dimensione”, ” viaggio nel tempo”, “antimateria” eccetera e prendevo cosi’ familiarità’ con i termini, e cercavo quelli che non capivo bene nel dizionario:. Mi piaceva molto Superman, per quello. Ciao Mirna 🙂
Marghian
In varie culture erano sempre presente questi torre chi sa perché? Adesso ho pocco tempo ma con calma approfondo tutto il testo… per ora ti abbraccio caro Marghian;)
Ciao Rene’. Tempo non se ne ha, adesso di sto salutando dal lavoro, col telefonino. Potevo fare tante altre considerazioni sulle antiche torri sarde ma il post e’ già’ lungo cosi’. Ma ho già’ fatto post lunghi sulle antiche torri sarde, e sui villaggi preistorici, sui luoghi di culto della Sardegna antica ( pozzi sacri, ipogei, pietre puntate verso il cielo (menhir), tombe sotterranee e costruite in pietra, i dolmen..). Guarda il post, altro blog, ” in Sardegna si studiano le stelle” e vedi quanta robetta c’ e’. Qui ho solo accennato per dirvi quale sarebbe stata l’ ambientazione del racconto, non una esposizione dettagliata sui nuraghi. Se mi fate qualche domanda magari vi specifico delle cose nei commenti. Sai che forse… prima dei nuraghi c’ erano delle strutture in pietra cime le piramidi babilonesi? Si, a Sassari (vicino a Sassari )c’è n’è una, e forse siamo tantissime. Torri costruite forse sopra a quelle piramidi, che erano come le Ziggurat babilonesi. Perche’ queste torri? Come dice la Bibbia stessa, “costruiamo una torre alta. Sia essa simbolo di unione e di potere, domini su tutti i… ” eccetera. Per questo le costruivano. In Sardegna come a Babele. C’è be sono in Scozia, simili ai nuraghe, si chiamano “broches”. Poi ti scrivo altro, ciao 🙂
Marghian
Rebe’… 🙂 ha scritto ancora Rene’.
Nuraghe deriva da NUR, che significa luce. Non e’ una parola sarda ma mediorientale. Come mai?! El Nur significa Dio e’ luce in ebraico. Nur o ur (il nome della città’ di Abramo, vuol dire “luce”). E troviamo in antiche lastre di pietra la parola Log ( termine biblico), e anche la scritta yaweh, sembrerebbe, in lettere semitiche. . In Sardegna, e c’ e’ anche una pifamide di stile “babilonese”, e forse non da sola. Ci pensi? Bussy 🙂
Marghian
Caro Marghian ho proprio la testa vuota a causa della mia amica Ines … dammi un paio di giorni poi sicuramente riesco meglio ragionare … bussi
Ma certo. Io ho scritto ma per leggere quando si vuole 🙂 Bussy.
Quanti anni aveva Ines?
quasi 96
Dispiace. Ma 96 mi auguro di arrivarci. Grazie ciao 🙂
e una bella età, e lei era veramente una donna in gamba… fino a 3 settimane fa in cui cambiava tutto… da un giorno al altro
Anche la mia mamma, fino a 86 anni e mezzo stava bene. Poi, un coma di tre giorni.. Non morì’ a casa, ma da mia sorella (la casalinga di…. ). Viveva li’non da me da tre anni. Quando era da me il medico curante le disse ” lei deve andare da un figlio sposato, se il capogiro le viene quando Livio (che sarei io… 🙂 ) e’ al lavoro come fa? Ci deve essere sempre qualcuno con lei! “. Stava bene ma per precauzione, a 84 anni, dopo la morte di babbo, faceva un anno da un fratello ad Oristano e un anno a Torino da mia sorella e un altro fratello. Loro, avendo famiglia, potevano fare sempre compagnia, o marito o moglie i figli c’ era sempre qualcuno. Con me fece un anno, dopi la morte di papa’, a 80 anni. Comunque Ines ha vissuto. Certo, dispiace… Ma che dire di un mio amico, morti a 57 anni? E un altro, morto a 44? O Margherita, 17? Quella non fu malattia. Ma una mia cuginetta a 15 anni, di malattia. Una nipotina (figlia di cugino). Pensando a questo penso ” mamma, papà’, ringrazio di avervi avuti”. E ci soffro di meno, pensando a quelli che vivono poco, che vivono male … Ciao bussy 🙂
Marghian
No, fino a 87 e mezzo. Grazie al cielo. Cosi’ pure spero di me , come mamma e Ines
Non ho scritto l’ età’ della morte della nipotina figlia di mio cugino. Aveva 9 anni. Ciao
Lo so lei aveva quasi 96 anni, ci muoiano tante gente più giovane…. mi sono semplicemente affezionata di lei, …. comunque come già detto credo nella risurrezione 😉 e quel giorno torna in vita anche la tua Margherita… bussi 😉
Io spero che subito, senza aspettare “un giorno”, sia già’ continuazione di vita, di esistenza. La “resurrezione” forse simboleggia in compimento. Ma di un cammino che inizia o continua da subito. “corpo” come dire una cosa reale, vera. Ma già’ in fisica si intravede che esistono altre dimensioni, qualcuna per noi dopo ” il regno preparato per voi due dalla fondazione del mondo”. Certo, anche per Margherita. Ma come sarà’? Bussy 🙂
La “resurrezione” forse simboleggia in compimento.. quella umana o anche quella di Cristo?
Crsto sarebber risorto con il corpo di carne, con gli organi per mangiare e digerire, e respiare. Si fece vedere col corpo, mangio perfino. Ma alla ascensione al Cielo, se cioe’ avvenne, egli ad un certo punto si “trasfiguro'”, “una nube bianca lo avvolse e scompare alla loro vista”. Sul monte Tabor, dimostro’ di poterlo fare, divenne splendente. Quando sali’ al cielo ripete’ il prodigio. Anche egli forse, adesso e’ sppirito. Anche la telologia parla di “corpo spiritualizzato”. Il nostro corpo sara’ “come quello di Gesu'”, ma sara’ una rala’ trasfigurata, non questa realta’, per quel poco di tologia che so. Bussy 🙂
Insomma noi pensiamo logicamente … dico sempre cose di fede 😉
Proprio per questo e’ difficile la fede, la logica fa dire : “ma questo, come puo’ essere?”. E nasce il dubbio 🙂
Vedi io da una vita cercavo Dio, adesso faccio le preghiere, e proprio queste mi fanno sentire la sua presenza.. e la congregazione cristiana degli testimoni di Geova, sono come fratelli e sorelle e questa unione rinforza la fede in Dio.. non ho più dubbi anzi ho la certezza che mi trovo sul sentiero giusto 🌻
Ma anche i cattolici del gruppo dove stavo la messa è i cattolici che vanno in chiesa sono come fratelli e sorelle, non vedo perche’ io (osservazione personale che voglio fare io adesso..) devo cambiare congregazione. Un anziano prete cattolico quando confessavo, prima dei miei dubbi, era come un padre e un nonno per me. Madre Teresa, cattolica, era una grande testimone della fede. Ma anche un ateo può’ avere grande umanità’. Sandro Pertini, o Antonio Gramsci, un ateo che già’ stava male ma che aveva accettato di ammalarsi in carcere per le sue idee. Poteva dire “ci rinuncio”, e invece… Morì’ a soli 46 anni per il regime di sofferenza carceraria. Per le sue idee. E si dice che uno come lui e’ senza Dio. Il coraggio, la voglia di giustizia, la lotta per il bene umano. Questo e’ Dio, e la fede.
I testimoni di Geova dicono che il cattolicesimo non e’ vera fede. Una volta espressi in dubbio ad una una signora e lei punto’ il dito al cielo e mi disse ” renderà’ conto a lui… “. “Per le mie idee? Per il mio pensiero?”, gli dissi io piuttosto contrariato.
Ora, tu avrai conosciuto delle brave persone, ma a volte i testimoni di Geova minacciano addirittura, o antipaticamente dicono ” lei e’ in errore”. Ecco, questo non mi piace. Ci vuole dialogo, e io credo in un dio aperto, che accetta anche il dubbi. Poi vedo in loro un credere infantile,, Adamo ed Eva, Noè’ che salva tutti gli animali del pianeta ( e come ha fatto? E le piante? Per i pesci non c’ era problema 🙂 ), i sette giorni, la costola!!! E sono solo simbolismi Ma una signora, testimone, ni disse: ” guarda caso, l’ uomo maschio ha una costola in meno! “. E non e’ vero.La fede e’ fidarsi. Ma di cose ci fidiamo raga’? Bussy 🙂
Marghian
Sai anche i cattolici dicano che i TdG sono una setta, ogni religione pensa che la sua e quella giusta.. Pietro Ubaldi ha detto che la religione dovrebbe diventare una questo sarebbe stato il messaggio di Gesù.. io non non voglio discutere sul fatto quale religione sia la giusta, ognuno ha le sue idee e questi mi va bene.. ci fanno tante pettegolezze su cose che poi alla fine non hanno nessun valore.. io non voglio privare nessuno della propria fede e felicità… tutto qui..
Un piacere!
A chi lo dici, Come parole di polvere, il piacere e’ mio. Sono in intervallo adesso.
marghemarg.wordpress.com/ C’e e di piu’ 🙂 Anche se sono parecchio fermo.
MI avete divertito, tu e Silvia, con il “grazie” ripetuto. E’ come diciamo noi in Sardegna, “is setti bona nottis”- le sette “buona notte”. Deriva dalle comari Una che accompagna a casa l’amica, “beh, ti saluto, io sono arrivata, buona notte…”. “Dai”, fa l’altra, facciamo altri due passi…ti accompagno io a casa tua..”. “Sono arrivata, buona notte…” “no, da sola non ti lascio andare, si e’ fatto tardi..”.”Eccoci, adesso ci lasciamo davvero. “no, dai, ti riaccompagno.. e poi una dice “eh, is setti buna nottis…”- le sette “buona notte” . La cosa e’ diventata proverbiale. I miei lo dicevano sempre. Ciao 🙂
Marghian
Grazie mille…💚che carino.
Grazie, per apprezzare, buona serata. 🙂
Complimenti! Una descrizione dei nuraghi perfetta, ecco potresti sviluppare il tuo racconto. Un abbraccio
Ciao Enrico. Mi piacerebbe, ma trovo appena il tempo di farmi le commissioni, e da mangiare , e i piatti. In realtà ci ci ho fatto un pensierino, per scrivere racconti- non solo su questo-. Ma per quando sarò a riposo, adesso davvero, riesco solo a lavorare e farmi le cose essenziali.
Circa la descrizione dei nuraghi ho fatto una cosa veloce, una carrellata proprio. Ne ho trattato piu’ approfonditamente nell’altro blog, non so se hai visto. Ciao Enrico, bonu accabbu de cida e unu imprassu mannu. Traduzione: buon fine settimana e un abbraccio grande 🙂
Marghian
Giorni felici caro Marghian