Ciao. Eccomi oggi a raccontarvi- pc e web permettendo, gia’ stanno cominciando a rompere, dovro’ scrivere diverse volte “un attimo…- di quelle volte che mi sono esibito a cantare, in spettacoli canori di paese (vedere post precedente)
L’altra sera sono arrivato a farvi sentire la versione originale di Velasquez di Roberto Vecchioni che presentai nel 1978, a febbraio. Un festival del mio paese che si svolse nel locale cinematografico, in uno dei due cinema che avevamo allora. Ora non ce ne’ neppure uno, pazienza…
Nello stesso anno del festival dove cantai Vecchioni, che vinsi, ad aprile venne in paese la troupe della emittente sarda “Videolina” che portava in giro lo spettacolo di musica varietà “Il Calderone”. L’allora esistente Radio terralba recluto’, per passaparola, alcuni partecipanti come cantanti o altro, un po’ “tipo la corrida”. Lo spettacolo, in serata unica, si svolse la sera dell’8 aprile, di sabato, sempre nello stesso cinema. Partecipammo in otto. Io scelsi di cantare, con la chitarra, “In morte di F.S” di Francesco Guccini.
Vinsi quella sera.Non fu difficile quella volta, eravamo solo in otto… 🙂
Nello stesso anno, era a maggio, io ed un mio amico proponemmo al sindaco di allora, nostro amico ( “quando si dice raccomandazione”. 🙂 ) di poter fare una serata tipo manifestazione di protesta per il delitto Moro. Era appena successo. il mio amico – non il sindaco- era chitarra in un gruppo musicale. Ecco che, con il gruppo, organizzammo la manifestazione- concerto-. Era il 20 di maggio. Avevamo una certa “concorrenza”, la sera dopo vennero in paese i Nomadi, quelli tradizionali con Augusto Daolio. Orbene, io mi esibii con Blowin’ in the wind” di Bob Dylan”, che cantai dopo un breve discorso di circostanza sul tema della manifestazione di piazza, “assemblea concerto per protesta musicale contro il terrorismo e contro la violenza”.
Eccola, la sempre bella Blowin’ in the wind.
(“sempre bella”, ma di Bob Dylan 🙂 )
Mi emozianai molto, ma soprattitto prima di cantare, quando presi la parola. Dopo aver cantato Blowin’ in the wind”, parlai ancora e cantai una canzone popolare in spagnolo, in piedi senza chitarra, accompagnato dal gruppo. Sta qui. , con uno spagnolo acconcio, infatti cantai leggendo il testo in un foglietto, il testo che la sera prima avevo preso come potevo, scoltando la canzone. La canzone, se llama fidel” aveva un taglio decisamente “comunista”. Pero’ in quella occasione, ci stava. E le mie idee erano quelle, che poi sono cambiate di poco, quanto basta per adeguarmi al contsto attuale.
L’anno dopo, nel 1980 ci fu il festival di in un altro paese vicino, Marrubiu. Cantai questa canzone. E’ davvero bella, e’ un brano country di Bill Huges.
MARTIN IDEN
Sigla di uno sceneggiato televisivo, dal romanzo omonimo di Jack London. Ve lo ricordate?
Continuando, arrivo alla edizione del 1988 del festival di Terralba. Questo salto di 10 anni fu dovuto al fatto che mi trasferii a Cagliari per lavoro. Ma nel 1988 pertecipai. Anche se vivevo ancora a Cagliari, venivo per i fine settimana qui, nella casa natia dove vivevano ancora i miei genitori. La canzone era “Lyin’ eyes degli Eagles, che cantai accompagnato dal gruppo che faceva da orchestrina, ed io che alla chitarra acustica facevo gli accaordi di accompagnamento. Questa canzone, al di la’ del “piazzamento”, un terzo posto, e’ stata quella che mi ha dato piu’ soddisfazione e piacere a cantarla. Eccola.
Questo festival, che si volse sempre in tre serate- la giuria era in tutte le gare,come per lo zecchino d’oro, con le palette da 1 a 10- , si fece nella discoteca del e non piu’ nel cinema. L’anno dopo mi esibii in gruppo, solo a suonare, per un amico che aveva composto una sua canzone, “Donna di nessuno” su testo di sua sorella, che scriveva poesie (“uomo di nessuno” doveva essere il titolo della poesia di lei). Per ovvie ragioni, non ve la posso far sentire.. Lui ha inciso un cd, ma non e’ in rete.
Nel 1992- sto per finire…- cantai, da solo con la chitarra, Rhimes and reasons” di John Denver che qui avete sentito diverse volte. Se volete riascoltarla, sta qui.
E qui e’ finita l’avventura, non si sono fatti piu’ festival. Qualche volta, quando capita, mi esibisco a karaoke, ma non e’ come allora. Eh, ha ragione l’autore di Quella casa in via del campo”. “quattro note di chitarra, cose morte…”. Pazienza….
Comunque, spero che questa cosa vi abbia divertito.
Ciao 🙂
Marghian
Però che bravo, hai partecipato a molte gare, complimenti 🙂 Buona domenica Marghian!
Ciao Silvia. Grazie dei complimenti 🙂 Ho “vissuto”, nonostante il post dove vi scrivo di timidezza e attuale “solitudine”. Restando scapoli, si hanno comunque degli amici che purtroppo ‘ si perdono con l’andare dell’età. Questo e’ successo a me. Si incontra il vecchio amico che magari a suo tempo si e’ sposato e “Ciao”, “ciao”, la bevutina al bar, la chiacchieratina in piazza e basta. In inverno poi, le occasioni di “compania volante” – la chiamo cosi’- si riducono ulteriormente.
Allora si’, parlo degli anni ’70, ’80 o ’90 quando le amicizie c’erano, e in paese si facevano queste cose ed io vi prendevo parte. Non solo partecipavo a queste gare, ma animavo un coro in chiesa dove suonavo l’armonium per i canti tradizionali e la chitarra per i canti piu’ ritmati. Sono stato anche speaker di una radio libera per un anno, nel 1977. L’anno in cui mi feci la patente, avevo 24 anni (bei tempi..)
Adesso, raramente quando capita, partecipo a karaoke, ma non mi piace gran che’. Ciao Silvia, ‘notte.. 🙂
Marghian
potevi diventare anche tu un famoso musicista sardo 😉 o magari anche internazionale 😀 … bussi abbi una buona settimana… Pif♥
Rwbecca! Eh, magari. Bo, era solo ” in tanti po s’ispassiai” ( tanto per divertirci), nessuno di noi pensava al successo, figurati.
Proprio il canto sardo non e’ il mio genere. Qualcosa di musica sarda si, la suono. Una si, la so cantare, “su prantu de una mamma” di franco madau.. Ma mu vengono meglio de andre’ e de gregori, o guccini. Ciao Rebe’:)
Marghian
proposito la canzone “su prantu de una mamma” lo avevi fatto una volta un post… con la traduzione dal sardo nel italiano mi sai dare il link?? mi serve il testo voglio fare il blog su questa canzone … mi piace tantissimo lo sento spesso lo so quasi cantare 😀 … bussi caro Marghian
BRAVISSIMO!
Ciao Elena. Tenevo a che anche tu commentassi qui ( in genere tengo ai post dove ” mi racconto,” come qui)..
Bravo? No, semplicemente per divertimento. Io, come giuni russo dico ” mi piace cantare”. Lei lo urlava da piccola, “mi piace cantare!”. C’e’ peeo’ una piccola differenza: lei, brava davvero :).
Ciao 🙂
Rebe’, avevi gia’ fatto ancehe tu un post! (post, non blog..il blog e’ tutto il sito, mentre il singolo articolo e’ post 🙂 ) . Avevi fatto riferimento a me, ed avevi messo la mia traduzione. Ho guardato proprio poco fa, ma il video e’ disativato. Modifico il post e poi ti metto il link. Il post mio e’ nell’altro blog, Non so stasera, vedo. Non si ha tempo di fare niente.. Per adesso ciao 🙂
Marghian
Ah, e’ vero che hai cambiato blog alcune volte. In un blog avevi fatto gia’ il post.
Comunque ecco il link. Mi sono detto “tanto ci metto poco”.
https://marghemarg.wordpress.com/?s=franco+madau
Addirittura Rebecca, questo mio post e’ il secondo che feci sulla canzone di Madau. Infatti c’e scritto “vi ripropongo questo vecchio post”, qualcosa del genere.
Si trova come vedrai nel blog dove faccio gli articoli di astronomia e scienza. Prima mettevo li’ i video delle canzoni. Dopo pensai di metterle solo qui in queto blog, chiamandolo “..music blog”.
E poi tu sei quello timido!!! Ciao
Ciao Mariella. Come va? Sono appena rientrato da Oristano, la cittadina capoluogo di provincia dove sta la mai sede di lavoro. Oggi avevo il rientro pomeridiano. Praticamente sto quasi sempre tutto il giorno fuori.
Allora, “discorsetto”… che ho gia’ pronto, perche’ ti riporto le stesse parole che ho scritto in un commento nel post precedente, “la prima parte”. “E poi tu sei quello timido”. Si’, sono sempre “quello timido” purtroppo (pensa a cio’ che mi ha impedito la timidezza..) nononstante le mie esibizioni in pubblicoe partecipazione a certe attivitù e iniziative. Anche un mio fratello, qualche mese fa: “timidezza, non so..cantavi in pubblico, suonavi in chiesa, quando parli sei di spirito….”- non pensando pero’ al milgioramento che ho avuto… “. Io gli dissi il classico “e’ diverso..”. Ed e’ diverso. Ecco cosa ho scritto alla amica Affy nell’altro post – ho fatto “copia”, adesso incollo :
“… qualcuno piu’ di una volta mi ha fatto l’osservazione che se io cantavo in pubblico . allora non c’era tanto il problema della timidezza. Non e’ proprio cosi’. Si sale su un palco, si canta una canzone, si saluta la gente e basta. Invece, il trovarsi a tu per tu con una persona, magari qualcuno o qualcuna che in alcuni casi puo’ decidere della tua vita (ragazza o commissione esaminatrice che sia), la cosa cambia.
Ora, io ora ti ho buttato la cosa cosi’, ma davvero ci sono tante forme di timidezza o di paura. Per esempio, un mio collega e’ timidissimo, eppure ha moglie, ha anche avuto qualche ex, ed in altre cose e’ bloccato. Prendi le paure. Pensa che io su una scala a libro ho quasi le vertigini mentre invece nuotando, vado dove c’e almeno cinque metri d’acqua e tocco il fondo. A quarant’anni arrivavo a quindici metri. Eppure, nuotare a cento metri dalla spiaggia e immergersi in apnea a certe profondita’ e’ piu’ pericoloso di una ragazza 😆
Paura, o timidezza come la vuoi chiamare, hanno mille sfumature diverse. Ecco che non regge se mi si dice, come tante volte mi e’ stato detto, “anche io sono timodo come te, eppure….”. Cavolata, ma bella grossa! Perche’ la timidezza ha mille sfaccettature e sfumature, sfaccettature che devono essere poi anche rapportate alla persona che vive tale disagio, al suo vissuto, a dove e’ nato e vive, a con chi ha avuto o ha a che fare eccetera. Sfumature e realta’ differernti, cosi’ Come per la paura e il coraggio, per l’intelligenza eccetera..”.
Spero Marie’ di essere stato chiaro su cosa intendo- a volte non e’ facile spiegarsi su queste cose.
Timidezza qua, timidezza la’, ma in queseti miei discorsi non devono farvi pensare ad una vita giovanile “ritirata”, senza aver partecipato a nulla. Anzi, per anni sono andato a ballare anche nei paesi vicini, festini in casa di amici eccetera. Ho inizato un po’ tardi, a 23 anni, questo si’. Anche questo mi ha aiutato a migliorare. Ma forti difficoltà non mi hanno permesso di “farcela”- a conoscere una ragazza, fidanzarmi, sposarmi eccetera -. Certo, a livello di “ciao come va” conoscevo e conosco anche persone “dell’altro sesso” come si dice. Ma vedi, per anni io tornavo a casa triste, da serate con amici . Il pensiero era “non ce la faccio…”. Anni di questa cosa qui.
Quando ballavo qualche “lento” era “come ti chiami? “ti piace qusta.canzone?”. E poi “tabula rasa”, non sapevo cosa altro dirle, “ciao ciao…” “, Ecco, se capitava una cena, o che cosa, che mi si dava una chitarra..tenevo banco. Io stesso, credimi, mi stupivo: “questa sera sono diverso…”.
Ti racconto questa: ad un festino in un seminterrato una ragazza si era sentita male. Io allora io.. “che fate li’, fate le aria! Fate una cosa, adagiamola su quella sedia e intanto chiamiamo…”.
Qualcuno si stupi’, perche’ ero quello che se ne stava zitto zitto, in disparte in un angolo. A pensare sempre quella cosa, “non ci riesco..”. Per dirti.
Quando e’ capitata qualcosa del genere, qualcuno che stava male o altro, io mi animavo. Vallo a capire… Pero’.blocchi, soggezione e forte senso di disagio -nel rapporto “a tu per tu” e non solo “con le ragazze”. Ne ho sofferto per anni- ed ancora ci soffro, data qualche “conseguenza” sulla situazione attuale, trovarmi a vivere da solo.
Ciao Marie’ 🙂
Marghian
Marghian sei bravissimo, un abbraccio grande.
Ciao Laura. Bravissimo no, partecipavo cosi’ tanto per divertimento. Come diceva quella canzone romanesca, “e’ roba der paese nostro…tanto pe’ canta’, pe’ fa’ quarcosa… Ti abbraccio a mia volta Laura, Ciao 🙂
🙂