TAZENDA
NANNEDDU MEU
La canzone e’ l’estratto di una lettera di un anarchico ad un certo “collega”, Nanni Sulis che forse era in prigione per dissidenza contro i feudatari o qualcosa del genere, forse emigrato od esiliato, non so bene. di preciso. Fatto sta che “Nanneddu meu” e’ una canzone di protesta, quanto mai attuale.
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“Nanneddu meu, su mundu er gai” (Giovannino mio, il mondo e’ cosi’), a sicut erat no torrat mai (come era prima non tornera’ mai piu’), semus in tempos de tirannias, infamidades e carestias (siamo in tempi di tirannie, infamita’ e carestie), como sos populos cascan che’ cane, gridende tottus “cherimus pane” (adesso i popoli sbadigliano come cani, gridando tutti “vogliamo pane”). “Famidus nois semus pappande pane e castanza, terra con lande” (Affamati ,stiamo mangiando pane e castagne e terra con ghiande), “terra chi a fangu torrat su poveru, senza alimentu, senza ricoveru”(terra che a fango riduce il povero, senza alimento, senza ricovero),”semos sittidos in sas funtanas, prettende s’abba parimus ranas “ (siamo seduti ai bordi delle fontane, bramosi per l’acqua, sembriamo delle rane )”peus su famene chi forte sonat, sa janna a tottus e non perdonat “(peggio e’ la fame, che forte bussa la porta a tutti, e non perdona),“nanneddu meu su mundu er gai, a sicut erat no torrat mai”.(“Giovannino mio, il mondo e’ cosi’, come era prima non tornera’ mai.. ) “cuddas banderas, numeru trinta, de binu onu mudant ‘ a tinta “(quelle bandiere, in numero di trenta, appena morte si tramutano in inchiostro….)”appena mortas cuddas bamderas, non piu’ s’osservant’ imbreacheras” (appena morte, quelle bandiere, non si vedono piu’ sbonze fra amici ). “Sos tirstos corvos, a chie los lassas, pienos de tirrias e malas trassas?”( quei tristi corvi, a chi li lasci, pieni di odi e di cattive intenzioni?) “Es gai chi tottus faghimus guerra, pro pagas dies de fida in terra “(e’ cosi’ che tutti noi ci facciamo guerra, per pochi giorni di vita sulla Terra). “Nanneddu meu, su mundu er gai” (Giovannino mio, il mondo e’ cosi’), a sicut erat no torrat mai (come era prima non tornera’ mai piu’), semus in tempos de tirannias, infamidades e carestias (siamo in tempi di tirannie, infamita’ e carestie), como sos populos cascan che’ cane, gridende tottus “cherimus pane” (adesso i popoli sbadigliano come cani, gridando tutti “vogliamo pane”). “Adiosu, nanni, tenendi contu, faghe su surdu ‘ettad’a tontu…” (Addio, Nanni, tienine conto, fa il sordo, fingiti tonto”)..”a tantu, l’ides, su mundu er gai, a sicut erat no torrat mai .” ( tanto lo vedi, il mondo e’ cosi’, come era prima non tornera’ mai ).
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( “Nanneddu meu”, estratto da “Lettera a Nanni Sulis”- 1850 circa).
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N.B. “cuddas banderas numeru trunta “ (quelle bandiere in numero di trenta): le osterie esponevano, fuori, una bandiera (bandera), era la “pubblicita’” delle osterie di allora. La bandiera indicava anche il tipo di vino, nero o bianco o tutti e due i vini. Erano di colore nero per il vino nero, bianche o gialle per il vino bianco, nero-bianco per tutti e due i vini, le piu’ frequenti erano queste. “Numeru trinta”, come a dire…”almeno tranta osterie in un paese”. “Mudant’a tinta”, i vini…che non hanno piu’ il sapore e la genuinita’ di un tempo…”diventano inchiostro”.
CIAO
Marghian
Ciao caro Marghian, siamo ieri tornati dalla nostra scapatella con il camper, oggi e lunedì e la mia casa chiede una sistemazione (pulizia profonda) che noia… ma purtroppo fa parte della vita… abbi una serena settimana ti abbraccio Pif
Rebecca, ehila!! Ciao carissima. Sarai rinfrancata dopo la scappatella fuori porta, ci vuole, e non dobbiamo solo lavorare o preoccuparci delle cose da fare.
Hai notato, nelle parole delle canzone, la saggezza del personaggio della canzone “nanneddu meu”? La canzone e’ tratta da una vera lettera scritta a questo “Nanni” da un amico di lotta, si era nei tempi dello sfruttamento dei contadini, delle tirannie e sopprusi, molto peggio della “crisi economica” di oggi in Italia. Fra le canzoni sarde “tratte da storie vere” non c’e soltanto questa, ce en sono tante altre cariche di poesia e significato, ma soprattutto di idee. Una di queste e’ “procurade de moderare”, un testo composto non come canzone, ma come manifesto di protesta “contra sos feudatarios”-contro i padroni latifondisti del ‘700. Nel 1795 un magistrato, Francesco Ignazio manno, scrisse questo lungo testo. Le sue parole incoraggiarono gli animi dei rivoltosi capeggiati da Giovanni Maria Angioy. Rivolte che si verificarono per effetto della Rivoluzione Francese, che in qeull’anno era in atto. Ti cito alcune parole: “procurade de moderare, barones, sa tirannia, chi si no pro vida mia, torrades a pei in terra “(cercate di moderare, padroni, la tirannia, perche’ altrimenti, giuro sulla mia vita, tornerete sul lastrico)…”declarada es gia’ sa gherra, contra de sa prepotenzia, e cuminzat sa passenzia, in su populu a mancere ” (dichiarata e’ gia’ la guerra contro la prepotenza, e comincia la pazienza, nellla gente a mancare)…”mirade ca seis azzendende contra de ‘ois fu fogu, mirade ca no es giogu, ca sa cosa andad’ a vera, mirade ca sas aeras minettas temporadas, zente consizzada male, iscurtade sa oghe mia…..” (guardate che state accendendo contro voi stessi il fuoco, guardate che non e’ uno scherzo, perche’ la cosa diventa vera, guardate che le arie minacciano per voi temporali, gente consiglata male, ascoltate la mai voce…).
Il componimento e’ molto, molto piu’ lungo…. :)Ciao Rebecca.
Marghian
Ciao Marghian,nel mio blog c’è posta per te! 😀
http://strangethelost.wordpress.com/2012/10/21/wonderful-team-member-readership-award/
ciao marghian sempre bravi i tazenda (significa qualcosa questo nome?) ciao amico
Ciao Marghian ,buona musica e buone nuotate!
Dora
Ciao Dora, grazie dell’augurio. La musica…qualche sera, prima di cena, e le nuotate…una, due alla settimana (il sabato e la domenica), meglio poche che niente 🙂
Ciao Dora
Marghian